Le ultime news del gioco d’azzardo in USA e UK

Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno di recente occupato le prime pagine nelle news che si occupano del mondo del gioco d’azzardo online. Le loro riforme in campo normativo hanno infatti creato non pochi grattacapi agli operatori, e nel caso degli Stati Uniti qualcosa di più, visto che alcuni siti sono stati chiusi e altri sono stati costretti a lasciare il paese per evitare guai giudiziari. Tuttavia in questo paese alcuni stati stanno cercando di aprire degli spiragli per legalizzare il gioco online. In UK invece le maglie si stanno stringendo, perché il governo vuole costringere gli operatori offshore a prendere la licenza britannica e a pagare le tasse.

Ralph Topping, l’Amministratore Delegato del grande sito di gioco William Hill, ha dichiarato riguardo alle riforme del governo britannico che le autorità si stanno muovendo “su un campo minato”. La sua compagnia ha lasciato la Gran Bretagna due anni fa,  non appena è stata aperta la prospettiva di un cambiamento, trasferendosi a Gibilterra. E, a sentire lui, non ha alcuna intenzione di tornare indietro. Gibilterra è diventata negli ultimi tempi il centro dell’industria del gioco d’azzardo online in Europa. Se i livelli di tassazione della Gran Bretagna non si adegueranno a quelli del piccolo territorio della penisola iberica, ha detto Topping, le azioni del governo non daranno frutti.

Per quanto riguarda gli USA invece le notizie più importanti vengono dallo stato di Washington DC. Quest ultimo ha intenzione di legalizzare il gioco online all’interno dei suoi confini, ma l’attuazione di tale progetto sarà ritardata. Secondo il consiglio di questo stato infatti il pubblico non ha avuto abbastanza tempo e informazioni per esprimersi sulla legalizzazione, e la Lotteria di stato dovrà organizzare una serie di consultazioni con i cittadini per rimediare. Buddy Roogow, CEO della Lotteria, ha affermato che è già stato organizzato un calendario di incontri.

Gli ultimi dati dicono che l’American Gaming Association ha nei mesi appena trascorsi speso più di 600.000 dollari per spingere sul governo federale, una cifra che ha subito un forte aumento rispetto all’anno scorso.